Heineken paga cifra record negli USA

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L’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (TTB), ente federale americano equivalente alla nostra Agenzia delle Dogane, ha annunciato il 2 Aprile di accettare un’offerta di 2,5milioni di dollari da Heineken USA (HUSA). La cifra mostruosa servirebbe alla multinazionale a chiudere la contestazione per presunte violazioni delle pratiche commerciali descritte nella legge federale sull’alcool (FAA).

Heineken

I fatti

La notizia viene riportata dal sito di informazioni birrarie americano Brewbound e lascia a bocca aperta per l’incredibile ammontare della cifra patteggiata: la più alta mai registrata in casi simili. Le competenze del TTB sono più ampie rispetto a quelle della nostra Agenzia delle Dogane, includendo anche aspetti di natura commerciale e concorrenziale. Thomas Hogue, direttore dell’ufficio relazioni esterne del TTB, conferma il dato e spiega i motivi della disputa.

Heineken ttb

Il TTB contestò a HUSA la fornitura gratuita ad alcuni rivenditori di alcolici di impianti di spillatura con sistema proprietario “BrewLock”, tra il 1 ° agosto 2015 e il 26 marzo 2019. HUSA avrebbe inoltre rimborsato altri rivenditori di tali impianti “rivoluzionari” attraverso transazioni con carte di credito. L’indagine, partita dalla Florida ed estesa in seguito allo Stato di Washington e a New York City, ha accertato la violazione della legge federale sulla vendita di alcolici (FAA act) da parte di Heineken USA. E’ stato contestato in particolare il mancato rispetto della sottosezione 205 “concorrenza sleale e pratiche illecite”. In pratica, come si può leggere nel pdf qui sopra, i rivenditori di alcolici erano di fatto obbligati ad usare esclusivamente prodotti Heineken dotati di sistema BrewLock. Si contesta, inoltre, il pagamento o la fornitura di oggetti di valore da parte di Heineken a rivenditori che accettavano di piazzare i prodotti della multinazionale nelle loro attività.

Agenti TTB

La contestazione

Secondo il TTB, Heineken USA giustificava i pagamenti ai rivenditori come rimborsi per campionature gratuite ai clienti. E’ stato però appurato che i rivenditori non avevano mai acquistato prodotti regalati a titolo di campione. HUSA ha ingaggiato terze parti per effettuare questi pagamenti, senza che fossero riconducibili alla multinazionale, violando il comma 27 dell’art. 205 FAA act.

Copertina Bar Business

L’accordo

HUSA, nella sua qualità di importatore e distributore, ha quindi proposto un compromesso staccando un assegno pazzesco a favore dell’amministrazione federale. Il direttore del TTB ha preso atto di questa proposta, suggerendo di accettare e la vicenda sembrerebbe conclusa. Il condizionale è d’obbligo in questi tempi turbolenti per le relazioni commerciali tra USA e resto del mondo. E’ vero che Heineken è una multinazionale, ma rappresenta pur sempre un’azienda di origine olandese (quindi europea). Interpellata da Brewbound, HUSA risponde attraverso il suo portavoce Bjorn Trowery. La società afferma che il pagamento della somma non costituisce ammissione di violazione delle leggi. Al contrario Heineken USA è sempre stata e rimane in linea con la normativa statunitense. A chiosa del comunicato rilasciato, Heineken USA scrive: “Come parte del nostro accordo, stiamo introducendo un programma di conformità potenziato e robusto e stabilendo un processo di audit interno”.

Heineken BrewLock

Italia e l’AGCM

Fin qui la cronaca di quello che succede dall’altra parte dell’Atlantico. Il pensiero va subito alla situazione del nostro sciagurato Paese. Chi è impegnato nel commercio di birra, soprattutto se si tratta di birra artigianale, sa che situazioni simili a quella descritta sopra non sono del tutto sconosciute a casa nostra. In Italia è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad occuparsi di tali materie (AGCM, simile all’AGCOM competente sulle telecomunicazioni) . Sul sito dell’organismo si possono reperire tutti i bollettini e le procedure anche in materia di birra. Bene, cercando le istruttorie aperte per valutare eventuali turbative della concorrenza su 99 volte nelle quali è stato chiamato a decidere (in oltre venti anni), solo 3 volte l’AGCM ha iniziato una procedura. Tutte le volte ci si è mossi nei confronti di Heineken per operazioni sul canale HoReCa. C’è da dire però che Heineken è leader di mercato in Italia, con circa il 30% della quota.

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L’AGCM assume in se anche funzione di ‘advocacy’ nei confronti di Governo, Parlamento, Regioni ed Enti locali: segnala, cioè, situazioni anomale e propone rimedi. Le competenze dell’Autorità sono abbastanza ampie. L’AGCM, infatti, può intervenire riguardo la tutela della concorrenza, la tutela del consumatore, il conflitto di interessi e il rating di legalità. Appare chiaro che è l’Ente preposto ad agire nei casi di turbativa a seguito di comportamenti poco chiari da parte degli attori sul mercato. Considerando le difficoltà del settore craft nella diffusione dei prodotti, dovute anche a distorsioni commerciali a livello distributivo, è plausibile che le iniziative di Unionbirrai siano indirizzate a questo naturale sbocco. La salvaguardia dei microbirrifici, facenti parte dell’associazione di categoria, passa anche attraverso la tutela di tutta la filiera in senso ampio: dal raccolto dell’orzo, fino alla pinta in mano al consumatore finale.

Cheers

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Fabio Venditti

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